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lunedì 2 febbraio 2015

“Più lontana della luna”: il coraggio di scoprire la propria vocazione



Un’adolescente diversa dai suoi coetanei, soffocata da una vita che le sta stretta, parte dalla periferia operaia di Torino anni 70, fuggendo su un cavallo e vagabondando per l’Italia, suggestionata dalle poesie dei trovatori che cantano “l’amore da lontano”. E’ un romanzo originale e surreale, ”Più lontana della luna” di Paola Mastrocola, che prende l’avvio da un ambiente descritto con implacabile realismo mischiato talvolta a pennellate di humor: Stupinigi e Torino negli anni delle grandi battaglie politiche, i giovani figli di papà impegnati in una lotta fatta di slogan ripetuti meccanicamente, che passano poi il week end nella casa in montagna a sciare. Ma soprattutto una realtà piccola e soffocante, quella della protagonista Lidia: papà operaio Fiat e mamma che vende verdura al mercato sognano per lei un bel matrimonio a 18 anni con un bravo ragazzo e una vita ingabbiata e noiosa: non concepiscono neppure che lei possa volere di più.
Lidia invece desidera ardentemente qualcosa che le innalzi la vita, e questo qualcosa si presenta un giorno sotto forma di un venditore di enciclopedie: si aprirà un nuovo mondo per la ragazza, che scoprirà l’esistenza dei trovatori e della poesia. Certo lei interpreta a modo suo le poesie, che d’altra parte essendo universali hanno l’enorme potere di parlare di ciascuno di noi e a ciascuno di noi; soprattutto le piace il fatto che i trovatori cantino un amore impossibile per una donna mai conosciuta: che cosa può innalzare di più una vita mediocre e senza orizzonti se non un sogno irraggiungibile? Lidia ha il coraggio di lasciare i genitori e il fidanzato piatto ad un passo dalle nozze, per inseguire il suo sogno. Prende il suo cavallo Pino, eredità di un passato contadino, e viaggiando per stradine secondarie vagabonda per l’Italia incontrando persone e vivendo storie, senza avere una meta precisa. Ma è perdendosi e lasciandosi andare all’imprevisto, e mantenendo un atteggiamento di apertura, che finalmente capirà qual è la sua vera vocazione, cosa vuol fare della propria vita. Se ci si lascia trasportare dall’esistenza cercando di assorbire quello che ci circonda, un’idea verrà inevitabilmente  a prenderci per mano, prima o poi. Un libro sul coraggio di scrollarsi di dosso le aspettative di tutti, anche delle persone che più ci amano; sul coraggio dell’anticonformismo, sul rifiuto di controllare e programmare tutta la propria esistenza in base a valori imposti dall’esterno invece che stabiliti da noi stessi. Una storia sull’importanza di perdersi e vivere in pienezza per ritrovarsi, scritta in modo prosaico e poetico, una favola ora realistica ora surreale, dedicata ai giovani alla ricerca della propria identità. Perché non c’è niente di più difficile che trovare la propria strada.