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venerdì 30 maggio 2014

“Somos Libres II”: la collezione privata di Mario Testino tra fotografia e pittura

Linda Evangelista fotografata da M.Testino
Amore per la commistione, per l’avvicinamento di concetti opposti, per la libertà del lavoro artistico e per la sperimentazione. Questo ciò che trapela dalla selezione di opere della collezione privata del fotografo di fama internazionale Mario Testino, esposte all’interno della mostra “Somos Libres II” allestita nei luminosi locali della Pinacoteca Agnelli a Torino e curata da Neville Wakefield. L’esposizione, iniziata il 17 maggio, sarà visibile fino al prossimo 14 settembre ed è senza dubbio un’occasione per avvicinarsi al mondo di un interessante interprete del nostro tempo, Mario Testino, fotografo originario di Lima, Perù, ma celebre a livello internazionale soprattutto per i suoi intensi ed originali ritratti di alcune icone del nostro tempo: Kate Moss, Madonna, la Principessa Diana, Gwyneth Paltrow o Giselle Bundchen, solo per citare alcuni nomi. Continua a leggere qui

martedì 27 maggio 2014

Dieta, controllo ossessivo del peso e drunkoressia

foto da web
Secondo il Ministero della Salute, i casi in Italia sarebbero oltre 300.000. Stiamo parlando di una pericolosa moda “made in Usa”, definita dai media americani come “drunkoressia”. Sbarcata ormai da diversi anni in Italia, miete vittime tra gli adolescenti, in particolare tra le ragazze che rappresenterebbero ben l’80% dei drunkoressici nazionali. Di fatto, parlare di una moda è improprio visto che si tratta di un vero e proprio disturbo alimentare paragonabile all’anoressia, o addirittura da considerarsi una sua variante. Il cardine del fenomeno è il controllo del peso corporeo, quindi la dieta- ovviamente parliamo di un concetto distorto e malsano di dieta-. Nel mirino soprattutto il mondo della moda anglosassone: a dare il cattivo esempio avrebbero iniziato proprio le mode...continua a leggere qui

lunedì 26 maggio 2014

“Splendore”: quell’attimo di rivelazione in cui tutto è possibile

foto da web
Margaret Mazzantini ha ormai abituato il lettore al suo sguardo penetrante che indaga i sentimenti in profondità, ad uno stile ricercato, intriso di lirismo e a tratti molto crudo. Ritroviamo questi elementi anche nella sua ultima fatica “Splendore”, edito da Mondadori nel 2013. La storia di un amore iniziato ai tempi del liceo tra Guido, voce narrante, e Costantino, due ragazzi romani, diversi per estrazione sociale (Guido proveniente da una famiglia borghese, Costantino figlio del portinaio), ma apparentemente accomunati dalla ricerca della propria identità, anche sessuale. Il romanzo segue la loro relazione tormentata, lunga una vita, costellata da separazioni per inseguire diversi destini- Guido professore di arte a Londra, Costantino ristoratore in Italia, entrambi sposati- ma con costanti e clandestini ricongiungimenti fino ad una svolta drammatica che accompagna il lettore verso un finale amaro. A parte la presenza forse di qualche stereotipo nell’intreccio, la Mazzantini riesce a conferire spessore tramite una profonda indagine psicologica. La scoperta della propria identità e la conoscenza di se stessi passa sempre attraverso il dolore: ci troviamo di fronte a personaggi provati, battagliati, ma che nonostante tutto non rinunciano ad amare, anche se non riescono a trovare appieno il coraggio di essere se stessi. Il conflitto è soprattutto tra il personaggio e se stesso, più che tra il personaggio e la società; il problema di una presunta diversità è prima di tutto un problema di accettazione della stessa da parte dell’individuo. Lo splendore sono quei rari momenti di verità in cui i protagonisti riescono ad essere autentici, è l’adolescenza con le sue amicizie così vere, perché in quella dolorosa età dell’oro la vita non ci ha ancora irrigiditi con le sue sovrastrutture ed è più facile trovarsi. E’ lo splendore dei 30 anni, in quel preciso momento in cui ci si sente padroni della propria vita e tutto sembra ancora possibile, o quello dei 40, quando non ci si sente più così giovani e invincibili ma a tratti la saggezza di un vissuto doloroso ci illumina e ci da la forza di fare scelte coraggiose. In definitiva, lo splendore si manifesta, a sprazzi, in varie stagioni della vita: è quell’attimo in cui la verità si rivela, troviamo il coraggio di essere noi stessi a dispetto delle aspettative altrui e riusciamo a vivere in pienezza. Ma sono solo attimi di felicità, che nel libro spesso coincidono con momenti di perfetta fusione con la natura, con il mare, soprattutto (contrapposto all’ambiente costruito delle città, Londra e Roma, dove i protagonisti accettano di vivere dietro alle coperture imposte dalle regole sociali, in nome del quieto vivere). Il fluire della vita poi inesorabilmente riprende inghiottendo questi attimi di rivelazione e di splendore per ricacciare i protagonisti nell’amarezza e nella sconfitta.

lunedì 19 maggio 2014

La fragola tra leggende, curiosità e proprietà nutrizionali

immagine da web
Sarà per la forma a cuore, per il colore acceso o per l’inebriante profumo, certo è che la fragola invita, in questa stagione, a piacevoli scorpacciate. Pochi sanno che il vero frutto in realtà sono i semini, mentre il rosso altro non è che un’infiorescenza. Questo delizioso alimento così come lo conosciamo oggi origina dalle zone alpine di Europa ed America, e precisamente la fragola moderna nasce come conseguenza di alcuni incroci sperimentati nella Francia del XVIII secolo. In realtà la fragola di bosco era gettonatissima già presso antichi Greci e Romani, dove veniva consumata soprattutto in primavera in occasione della festività di Adone: la leggenda narra infatti...continua a leggere qui 

giovedì 15 maggio 2014

Donna e fotografia: omaggio a Tina Modotti

Definire Tina Modotti una fotografa è riduttivo. Questa friulana cittadina del mondo fu attrice e modella (seppur per un breve periodo), musa di artisti, traduttrice, intellettuale, militante ed attivista politica, donna appassionata, e sì, certamente fotografa perché la fotografia fu il suo mezzo principale di espressione ma soprattutto di documentazione della realtà. Proprio all’inizio della mostra a lei dedicata, allestita nella corte Medievale di Palazzo Madama a Torino fino al 5 ottobre e nata da una collaborazione tra la Fondazione Torino Musei, l’associazione culturale Cinema Zero e la casa editrice Silvana Editoriale, colpisce la citazione della Modotti: “Sempre, quando le parole "arte" e "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo… Mi considero una fotografa, niente di più.” Ed è proprio la sua parabola artistica che viene ricostruita nell’esposizione...continua a leggere qui

martedì 13 maggio 2014

Alimentazione in gravidanza

foto da web
Ormai il vecchio adagio popolare secondo il quale in gravidanza sarebbe necessario “mangiare per due” è stato definitivamente contraddetto dai pareri di ginecologi e nutrizionisti che sottolineano l’importanza di un peso corporeo giusto a inizio gravidanza ed anche durante la sua prosecuzione. Le aspiranti mamme sottopeso o sovrappeso potrebbero infatti avere qualche piccolo problema supplementare durante la gravidanza, ed i ginecologi controllano scrupolosamente il peso della gestante ad ogni visita, verificando che l’aumento ponderale sia corretto in rapporto allo stadio della gestazione. Un aiuto prezioso viene dalla dieta, che in questo momento più che mai deve essere equilibrata, ricca di frutta, verdura e fibre ma anche del giusto apporto proteico. Sono raccomandati pasti ridotti ma frequenti, per non appesantire e non aumentare il senso di gonfiore della gestante. Nello specifico viene consigliato di consumare due o tre spuntini di frutta e verdura al giorno, e di integrare la dieta con acido folico per tutto il primo trimestre, e con un complesso multivitaminico suggerito dal medico dal quarto trimestre in poi. Si a carne e pesce, a uova rigorosamente cotte, ciascun alimento consentito due volte la settimana. Da cosa dobbiamo invece stare alla larga durante la dolce attesa? Continua a leggere qui

lunedì 12 maggio 2014

Dieta mediterranea: come scegliere il pesce?

foto da web
E’ ormai assodato che la dieta mediterranea abbia una marcia in più nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, anche per una sua caratteristica fondamentale: la presenza regolare in tavola del pesce. I nutrizionisti da tempo magnificano le proprietà benefiche di questo alimento: contiene proteine ad alto contenuto biologico, è ricco di calcio, fosforo, selenio, iodio e vitamina A,D e B ma il suo maggior pregio è l’alto contenuto di grassi insaturi ricchi di Omega 3. Tali grassi aiuterebbero a ridurre i livelli plasmatici di trigliceridi e colesterolo “cattivo”  attuando una forma di prevenzione delle malattie cardiovascolari; inoltre proteggono la vista, la pelle ed un recente studio svedese stabilisce addirittura un collegamento tra il suo consumo regolare e la prevenzione dell’artrite reumatoide. La bassa quantità di tessuto connettivo contenuto nel pesce lo rende un alimento digeribile. Per poter sperimentare tutti questi benefici effetti, il pesce andrebbe consumato almeno tre volte alla settimana. Ma a questo punto il consumatore potrebbe domandarsi: come scegliere la qualità di pesce più benefica per l’organismo...continua a leggere quiqui

giovedì 8 maggio 2014

“Giovane e bella”: sesso, adolescenza e baby-escorts

In un contesto di attualità in cui le storie di baby escorts affollano tristemente le pagine dei quotidiani, lasciando gli adulti interdetti ed aprendo l’interminabile dibattito di psicologi e sociologi, è particolarmente interessante, e da certi punti di vista inquietante, vedere “Giovane e bella” diretto da François Ozon nel 2013.
Il film è tutto incentrato sulla protagonista Isabelle, una bellissima diciassettenne circondata da una famiglia composta da fratellino minore, madre e patrigno. La ragazza, dopo la prima deludente esperienza sessuale consumata in villeggiatura con un coetaneo un po’ scialbo che non è riuscito a farle battere il cuore, rientra a Parigi con la famiglia dopo le vacanze e qui, senza motivi plausibili apparenti, e complice l’utilizzo di Internet, cellulari e siti specializzati, inizia a prostituirsi con uomini molto più grandi, guadagnando denaro che apparentemente non utilizza ma si limita ad accumulare. Un imprevisto tragico la costringe a fermarsi, a riflettere su quello che sta facendo e fa si che la famiglia scopra la sua doppia vita. Dopo il trauma iniziale la madre decide di farla aiutare da uno psicologo, tra scenate e tentativi di complicità nella speranza di conquistare la sua fiducia e di capire una volta per tutte l’ imperscrutabile e fredda figlia adolescente, indifferente alle feste ed al mondo dei suoi coetanei. Per tutto il film lo spettatore tenterà di capire perché Isabelle abbia deciso di diventare una baby-escort, senza riuscirci mai veramente. Non ci sono motivazioni economiche: Isabelle vive in una famiglia benestante che non le nega alcun oggetto, lusso o divertimento. Ci sono una serie di spunti offerti durante lo svolgimento del film: primo su tutti, l’elemento del gioco. Isabelle è spinta soprattutto dalla voglia di giocare, di trasgredire, per vivere l’ebbrezza di superare i limiti del consentito. Al proposito, viene citato il poema di Rimbaud “Nessuno è serio a 17 anni” –Isabelle ed i suoi compagni di classe lo recitano e lo studiano durante le lezioni-. Un’altra parola chiave è: potere. Ovvero il gusto che l’adolescente prova nel constatare il proprio potere nei confronti dell’adulto: attraverso il sesso e la bellezza, Isabelle decide le regole del gioco e può addirittura farsi pagare dagli adulti, quasi quanto vuole. C’è anche un discorso di autostima: Isabelle è bellissima, eppure sente il bisogno di ricevere costanti conferme della propria bellezza; quale migliore conferma che un adulto disposto a pagarla per appropriarsi di quella bellezza? Il film implicitamente suggerisce forse che la ragazza cerchi il padre assente negli uomini molto più grandi a cui si concede (padre che ha lasciato la famiglia e si è ricostruito un nucleo familiare in un altro paese).

In sottofondo trapela poi il riferimento al fatto che viviamo in una società dove tutto si compra: i genitori, che non dedicano tempo ai figli non si dimenticano però dei compleanni che vengono retribuiti generosamente con un buon gruzzolo di denaro; offrono continuamente vacanze, teatro e distrazioni ai ragazzi, eccetto la concessione del proprio tempo. All’interno della stessa logica vengono menzionate dal fratellino di Isabelle le compagne di classe che vendono ai coetanei le prime prestazioni sessuali per 5 euro o per una ricarica del telefonino. In generale gli adulti che compaiono nel film sembrano tutti piuttosto facili da corrompere e da comprare- incluso il patrigno di Isabelle quasi sedotto, ad un certo punto, dalle provocazioni della ragazza. E gli adolescenti emergono soli e fragili. Alla fine, in ogni caso, lo sguardo del regista sulla vicenda è impotente, come pure impotente è lo spettatore: l’adolescenza resta un insondabile mistero.

martedì 6 maggio 2014

Legumi: preziosi alleati

foto da web
Ormai è diventato un tormentone: bisogna diminuire la quantità di carne assunta settimanalmente, in special modo quella rossa, affermano i nutrizionisti. Voci autorevoli del calibro del Dottor Umberto Veronesi confermano la teoria che una dieta ricca di carne aumenterebbe le probabilità di sviluppare tumori, malattie cardiovascolari e malattie degenerative del sistema nervoso. D’accordo, ma la domanda che ci poniamo è sempre quella: con cosa sostituire la carne sistematicamente, in modo da ottenere una dieta bilanciata con il giusto apporto proteico? Continua a leggere qui

lunedì 5 maggio 2014

L’America non esiste.

foto da web
L’America, ed in particolare New York, come terra promessa, ombelico del mondo dove chi si ferma è perduto ma chi sa vivere in velocità ed anche in superficie, pronto ad intercettare e precorrere le mode riesce a cogliere la sua occasione. Questa l’America descritta da Antonio Monda in “L’America non esiste”, vista attraverso gli occhi di due ragazzi appena ventenni, Nicola e Maria, fratello e sorella emigrati dall’Italia meridionale per incontrare un nuovo destino a New York. Due personalità opposte e due modi opposti di vivere l’esperienza americana: arrivati a Brooklyn, l’ambizioso Nicola riparte quasi subito alla volta della frenetica Manhattan perché capisce che è quello il cuore delle occasioni e il luogo dove tutto si crea e si decide. Nicola è sospinto da una rabbia febbrile che incanalata nella giusta maniera lo porterà al successo, iniziando come agente di incontri di box fino ad arrivare al patinato mondo delle gallerie d’arte. Attraverso i suoi occhi scopriamo una società liquida per eccellenza (per citare Zygmunt Bauman), dove la scalata al successo impone di non mettere radici, cambiare il proprio nome, essere sempre pronti a cambiare lavoro, relazioni, amicizie  per inseguire il nuovo e per precedere la direzione in cui soffierà il vento. L’essenziale è non essere ancorati ad una identità che ci appesantisce e ci trascina verso il fondo, ma decidere di cambiarla a seconda di quello che richiede il mercato. In questo senso l’America non esiste, per questa mancanza di identità e di radici. Ma è proprio questo il suo fascino, e se c’è una cosa che il lettore percepisce leggendo questo romanzo scorrevole e ben scritto, è una dichiarazione d’amore del suo autore Antonio Monda per New York – qui viene descritta la New York degli anni Cinquanta, euforica nel suo risveglio artistico e culturale del dopoguerra, dove vengono citati molti personaggi famosi, dal pugile Rocky Marciano al regista Elia Kazan, alle dive di Hollywood Liz Taylor e Marilyn Monroe-.
C’è poi un’altra America, quella vissuta da Maria, la sorella di Nicola, che rimane a Brooklyn nell’appartamento inizialmente messo a disposizione da uno zio. Maria vive l’America degli emarginati e degli sconfitti;  è l’esatto opposto di Nicola, non pensa di essere padrona del proprio destino ma si affida costantemente a Dio e agli altri –dove Nicola conta unicamente sulle proprie forze e sul proprio talento-; non giudica, è piena di fiducia e di amore e vede il bello in qualsiasi situazione. Non vuole conquistare la realtà ma si lascia trasportare dalla corrente. Irrita Nicola per questa sua semplicità e mancanza assoluta di ambizioni, e per lei l’America è solo un sogno inconsistente, perché neppure le interessa andare a caccia delle opportunità che potrebbe offrirle.

Molti romanzi sono stati scritti sugli emigrati italiani in America, perché questo continente ha sempre esercitato e sempre eserciterà un’ enorme suggestione su europei ed italiani (quanti di noi hanno uno zio o un parente emigrato in America!). E questo libro me ne riporta alla mente un altro, molto diverso per spessore e per ricerca storica su cui è basato, forse meno scorrevole, ma intenso, profondo e toccante. Parlo di  “Vita” di Melania Mazzucco (che vinse nel 2003 il premio Strega per questo romanzo) dove due bambini, Vita e Diamante, partono alla volta di New York da Tufo di Minturno. Siamo nel 1902 e la scrittrice descrive in maniera minuziosa e documentata le condizioni di vita degli emigrati italiani a inizio secolo nel ghetto italiano: appartamenti affollati e maleodoranti, lavoro minorile e bambini che non vengono mandati a scuola;le bambine che cuciono fiori di stoffa chiuse tutto il giorno in soffocanti appartamenti per pochi dollari; i bambini che fanno gli strilloni agli angoli delle strade, o vengono ingaggiati come truccatori di salme per le  agenzie di pompe funebri o ancora lavorano come  water-boy (trasportano secchi d’acqua tutto il giorno nei selvaggi cantieri in cui gli emigrati stanno disboscando per poi costruire le prime tratte ferroviarie). Oppure finiscono preda della Mano Nera, la prima mafia italiana newyorkese. In una città dove compaiono insegne fuori dai locali che recitano: “Vietato l’ingresso ai cani,ai negri e agli italiani.” Anche qui, destini opposti: Vita troverà la sua America, Diamante tornerà in Italia con la cocente delusione di non aver trovato la sua terra promessa, per lui l’America è stata solo un’illusione. Perché l’America è un’idea, un modo di interpretare la realtà: ad ognuno il proprio.