Post più popolari

mercoledì 25 giugno 2014

S.o.S. cellulite: le creme sono realmente efficaci?

foto da web
Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame? Quando arriva il momento di presentarsi in spiaggia, un pizzico della perfida matrigna di Biancaneve alberga segretamente nell’animo di ciascuna donna, ragionevolmente preoccupata di esporre i propri piccoli inestetismi al pubblico sguardo, senza neppure poter contare sull’aiuto di una seppur minima abbronzatura che coprirebbe parzialmente le imperfezioni. Perché, non nascondiamoci dietro un dito, la cellulite affligge larghissima parte della popolazione femminile -8 donne su 10, per l’esattezza-, ed anche una minor percentuale di uomini (che la mimetizzano meglio con la strategica peluria sulle gambe). Alcuni mesi prima del temuto appuntamento col bikini, ci si pone la fatidica domanda: Se comprassi una crema anticellulite, risolverei finalmente i miei problemi? La risposta potrebbe venire dai dati raccolti dall’Aduc in Italia, ovvero l’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori....continua a leggere qui

giovedì 19 giugno 2014

“Accabadora” di Michela Murgia: temi attuali e spinosi ambientati in un mondo arcaico

Soreni, piccolo paese della Sardegna nei primi anni 50. La bambina Maria Listru, ultima di quattro figli di una famiglia poverissima, viene data in adozione dalla madre a Bonaria Urrai, sarta del paese, benestante vedova senza figli. Maria diventa quindi quella che in Sardegna viene definita “fillus de anima”, cioè una bambina generata due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra. Bonaria alleva Maria come una figlia in tutto e per tutto, garantendole un futuro e chiedendole in cambio soltanto di accudirla quando sarà il momento. Maria, dal canto suo, guarda con ammirazione l’autorevolezza di Bonaria, che sembra custodire antichi segreti millenari ed una saggezza popolare profondissima. Anche se presto intuisce che un alone di mistero avvolge la madre adottiva: ci sono furtive uscite notturne che non riesce a spiegare…sino al momento della rivelazione: Maria scopre che Bonaria è l’accabadora del paese, ovvero colei che dispensa una pietosa morte a persone irreversibilmente malate che non riescono a morire, su loro precisa richiesta. Bonaria segue una sua personale etica in questo delicatissimo compito: rifiuta categoricamente casi in cui si sospettino ingerenze di familiari avidi, interessati ad anticipare la dipartita di anziani parenti per poter arraffare più in fretta l’eredità; rifiuta, sulle prime, la richiesta pressante di aiuto di un giovane rimasto invalido per sempre a causa di un incidente, sostenendo che il suo compito non sia aiutare chi non trova il coraggio di vivere ma soltanto anticipare la dipartita di chi ormai è già stato condannato a morte dalla natura ed ha vissuto la propria vita, ma non riesce ad andarsene. Maria rimane talmente sconvolta ed indignata dalla verità, che scappa dalla Sardegna per andare a lavorare come domestica a Torino salvo poi rientrare in Sardegna alcuni anni dopo per onorare la promessa verso la madre adottiva, in fin di vita. Assistendo la moribonda la cui agonia si prolunga in maniera esasperante ed estenuante, Maria avrà modo di vedere in altra luce la storia ed il ruolo di Bonaria Urrai all’interno della comunità, e di capire come sia impossibile giudicare certe situazioni enormemente difficili, o stabilire delle regole. Michela Murgia ci consegna un mondo duro, arcaico, quasi estraneo al fluire della Storia, ricco di una forza primitiva, dove su tutto risalta la figura della “femmina accabadora”, l’archetipo femminile capace di accogliere la vita e toglierla pietosamente quando una millenaria saggezza popolare e la precisa volontà del morente suggeriscano che non ci siano altre alternative. Perché la donna è da sempre l’essere più vicino alla Vita, e quindi anche alla Morte, il rovescio della medaglia. La Murgia con una scrittura dura e poetica affronta temi spinosissimi ed attuali come quelli di eutanasia ed adozione, senza semplificazioni ne’ giudizi; e riesce a trascinarci in riflessioni attualissime pur descrivendo efficacemente un mondo magico e primitivo che sembra cristallizzato fuori dal tempo. Pubblicato da Einaudi nel 2009, nel 2010 il libro ha meritatamente vinto il Premio Campiello. Un romanzo intenso e duro, che scorre ed avvince il lettore nonostante lo spessore degli argomenti  trattati.


mercoledì 11 giugno 2014

Il successo della serie Gomorra: meccanismi psicologici universali in salsa camorristica

Ciro di Marzio interpretato da Marco D'Amore-foto da web
Ieri sera sono andate in onda su Sky Atlantic le ultime due puntate della serie, e già si parla della seconda stagione che, pare, ci sarà. Inoltre la prima serie sbarcherà prossimamente in chiaro su La7, ed è già stata venduta a più di 50 paesi nel mondo. Un autentico successo per una fiction italiana, che ha tenuto incollati moltissimi telespettatori agli schermi in una sorta di vera e propria dipendenza. Anche telespettatori insospettabili, che di norma non sono appassionati del genere mafia-guerra-azione. Già, ma perché stavolta si è riusciti ad abbracciare un’utenza così vasta? Perché è un ottimo prodotto, curato e confezionato con estrema professionalità, e soprattutto perché ci racconta meccanismi psicologici universali, in cui tutti in un certo senso possiamo riconoscere qualcosa della nostra vita (fatte salve le sparatorie ed il sangue, ovviamente). Per citare Saviano su La Repubblica: “Non volevamo raccontare la camorra al mondo, ma al contrario raccontare il mondo attraverso la camorra”. L’ambizione e la ricerca del potere ed i suoi meccanismi magnificamente svelati sono il vero nucleo della serie, in un certo senso l’ambientazione mafiosa è secondaria, seppur ricreata con magistrale realismo. Chi non si è mai imbattuto in vita propria almeno una volta nel brillante ambizioso per eccellenza alla Ciro di Marzio, pronto a blandire, spergiurare, tradire, in barba a qualsiasi codice d’onore o etico, per arrivare al potere? Chi non ha mai pensato almeno una volta che esistono capi ottusi, che non sanno gestire o mantenere il potere perché commettono il fatale errore di demansionare o non riconoscere un brillante e ambizioso collaboratore che non esiterà per questo a vendicarsi? La fiction mostra chiaramente come per mantenere il potere serva una cosa soltanto...continua a leggere qui

martedì 10 giugno 2014

Degustazione di Vini e Cabaret

foto da web
Prendi un’enoteca storica nel cuore di Torino, tra Piazza San Carlo e Piazza Solferino: l’Enoteca Rabezzana. Organizza una degustazione di vini nello spazio sotterraneo dell’enoteca, ex magazzino un tempo usato per imbottigliare i vini ed oggi magistralmente trasformato in una spaziosa sala eventi. Aggiungi un frizzante spettacolo di cabaret tutto al femminile, nato dal laboratorio di arte comica Cab 41 e capitanato dall’attrice, doppiatrice e cabarettista Vanessa Giuliani per la direzione artistica di Antonio Valleggi. Questi gli ingredienti che hanno dato origine ad un cocktail davvero originale, la serata di degustazione e Cabaret proposta....continua a leggere qui