Un’adolescente
diversa dai suoi coetanei, soffocata da una vita che le sta stretta, parte
dalla periferia operaia di Torino anni 70, fuggendo su un cavallo e vagabondando
per l’Italia, suggestionata dalle poesie dei trovatori che cantano “l’amore da
lontano”. E’ un romanzo originale e surreale, ”Più lontana della luna” di Paola
Mastrocola, che prende l’avvio da un ambiente descritto con implacabile realismo
mischiato talvolta a pennellate di humor: Stupinigi e Torino negli anni delle
grandi battaglie politiche, i giovani figli di papà impegnati in una lotta
fatta di slogan ripetuti meccanicamente, che passano poi il week end nella casa
in montagna a sciare. Ma soprattutto una realtà piccola e soffocante, quella
della protagonista Lidia: papà operaio Fiat e mamma che vende verdura al
mercato sognano per lei un bel matrimonio a 18 anni con un bravo ragazzo e una
vita ingabbiata e noiosa: non concepiscono neppure che lei possa volere di più.
Lidia
invece desidera ardentemente qualcosa che le innalzi la vita, e questo qualcosa
si presenta un giorno sotto forma di un venditore di enciclopedie: si aprirà un
nuovo mondo per la ragazza, che scoprirà l’esistenza dei trovatori e della
poesia. Certo lei interpreta a modo suo le poesie, che d’altra parte essendo
universali hanno l’enorme potere di parlare di ciascuno di noi e a ciascuno di
noi; soprattutto le piace il fatto che i trovatori cantino un amore impossibile
per una donna mai conosciuta: che cosa può innalzare di più una vita mediocre e
senza orizzonti se non un sogno irraggiungibile? Lidia ha il coraggio di
lasciare i genitori e il fidanzato piatto ad un passo dalle nozze, per
inseguire il suo sogno. Prende il suo cavallo Pino, eredità di un passato
contadino, e viaggiando per stradine secondarie vagabonda per l’Italia
incontrando persone e vivendo storie, senza avere una meta precisa. Ma è
perdendosi e lasciandosi andare all’imprevisto, e mantenendo un atteggiamento
di apertura, che finalmente capirà qual è la sua vera vocazione, cosa vuol fare
della propria vita. Se ci si lascia trasportare dall’esistenza cercando di
assorbire quello che ci circonda, un’idea verrà inevitabilmente a prenderci per mano, prima o poi. Un libro
sul coraggio di scrollarsi di dosso le aspettative di tutti, anche delle
persone che più ci amano; sul coraggio dell’anticonformismo, sul rifiuto di
controllare e programmare tutta la propria esistenza in base a valori imposti
dall’esterno invece che stabiliti da noi stessi. Una storia sull’importanza di
perdersi e vivere in pienezza per ritrovarsi, scritta in modo prosaico e
poetico, una favola ora realistica ora surreale, dedicata ai giovani alla
ricerca della propria identità. Perché non c’è niente di più difficile che
trovare la propria strada.