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mercoledì 9 aprile 2014

“Viaggio sola” e single quarantenni.


I single over trentacinque sono, da diversi anni, una categoria abbastanza discussa. Condizionata dalle immagini proposte dai media che propinano un modello di famiglia perfetta in stile pubblicità del Mulino Bianco, l’opinione pubblica tende ad etichettare le persone single passando da un estremo all’altro: o si tratta di eterni bamboccioni che non riescono a crescere ed assumersi delle responsabilità, perennemente protetti dalla rassicurante campana di vetro dei genitori, o si tratta di soggetti che nasconderebbero chi sa quali turbe e problemi, o, viceversa, i single vengono visti come i nuovi eroi urbani che hanno avuto il coraggio di sfuggire alla prigione della famiglia con tutti i suoi doveri per dedicarsi ad una trasgressiva ed edonistica esistenza consacrata ai propri piaceri ed interessi personali. Comunque, dietro la condizione di single over 35 ci sarebbe sempre per forza o un problema o una rivendicazione.

Mai un minimo di obiettività ed equilibrio. Maria Sole Tognazzi nel film “Viaggio sola”, interpretato da una sempre convincente Margherita Buy nei panni di Irene, single quarantenne, ci propone invece una versione molto semplice e realista. Ovvero spesso il single è una persona normalissima che, semplicemente, ad un certo punto ha scelto che tra tutti gli stili di vita possibili, forse quel tipo di vita è proprio quello che meglio si adatta a lui / lei. Che così, tutto sommato, è abbastanza felice. O comunque meno infelice che scegliendo un altro tipo di vita. Irene è una donna emancipata, con un lavoro impegnativo che la porta a viaggiare molto: fa l’ispettore negli alberghi e resort di lusso. La cosa liberatoria è che non è però ne’ una vittima ne’ un’eroina icona del femminismo. Ne’ “sfigata” ne’ “vincente””, insomma. E’ una donna come tante, con i suoi alti e bassi. Nonostante il suo tipo di lavoro  probabilmente le renda più difficile coltivare relazioni stabili, non dovete però immaginare una povera derelitta che non sappia a chi telefonare quando si sente giù: ha un ex fidanzato ancora presente nella sua vita, un amico vero, imprescindibile. Ha una sorella a cui è molto legata e due nipotine che adora e che vizia. Insomma, ha una sfera affettiva di tutto rispetto. Ad un certo punto del film si sente sola, e forse rimpiange per un attimo scelte che non ha fatto: a chi non capita di tanto in tanto di sentirsi soli o ritornare su una scelta del proprio passato? Ha i suoi momenti di fragilità, ma alla fine, capisce che quella vita se l’è scelta perché probabilmente il suo concetto di benessere e di felicità coincidono con un’esistenza libera ed avventurosa, non con la rassicurante protezione offerta da una famiglia tradizionale. Perché è il suo viaggio, ed ognuno di noi ha diritto di scegliere come intraprenderlo.