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mercoledì 19 marzo 2014

“Il Sospetto”: la calunnia è un venticello….


Film del regista danese Thomas Vinteberg, presentato con successo a Cannes nel 2012, “Il sospetto” è un film estremamente serrato, coinvolgente e persino partendo da una trama non eccessivamente originale riesce a creare molti spunti di riflessione.
Lucas è un maestro di asilo tranquillo, timido e riservato; quarantenne separato con un figlio, apparentemente è ben inserito nella piccola e ordinata comunità in cui vive, dove partecipa alle battute di caccia con gli amici e a tutti i rituali sociali di una tranquilla cittadina borghese.
Finché un giorno un’innocente bugia distrugge per sempre la sua vita: Klara, una bimba figlia del suo migliore amico nonché allieva di Lucas nel piccolo asilo in cui lavora, per una ripicca infantile e forse per ricevere attenzione da genitori troppo distratti e litigiosi, afferma di essere stata molestata sessualmente da Lucas.
Qui scatta l’isteria collettiva: le maestre dell’asilo, partendo dal presupposto che un bambino dica sempre la verità, conducono un’inchiesta completamente pilotata dove inducono Klara e successivamente gli altri bambini e i loro genitori a pensare ed affermare che Lucas sia colpevole. Allontanato immediatamente dal lavoro, Lucas, subisce una serie di violenze collettive che coinvolgono lo spettatore in un crescendo di angoscia, dai pestaggi all’uccisione del proprio cagnolino, fino ad essere arrestato e ad affrontare un processo che lo scagionerà legalmente ma non agli occhi della comunità.
Solo il figlio Marcus ed il padrino del figlio, grande amico di Lucas, gli rimarranno sempre accanto senza mai dubitare di lui. Film sul conformismo  e sul bisogno di essere costantemente inseriti in un gruppo e  di condividerne i valori, anche quando si tratta di evidenti falsità; sul pregiudizio, perché ciascuno di noi si fabbrica delle verità che ritiene giuste a priori, contro ogni evidenza; film  sul bisogno della collettività non solo di trovare un colpevole, ma di esorcizzare il male presente dentro ciascuno di noi stessi cercandolo sempre all’esterno, in un capro espiatorio, perché vedere il male fuori da noi è più facile che fare autocritica. Film sulle paure profonde, sulla paura di guardarsi davvero dentro; infine film sulla potenza della calunnia: una volta che si distrugge la reputazione di qualcuno con una manciata di parole, nulla tornerà più come prima. Lucas, apparentemente assolto dal processo e riabilitato dalla comunità, dovrà continuare a vivere leggendo l’ombra del sospetto negli occhi dei propri concittadini. Una menzione speciale alla fotografia meravigliosa che rimanda alla comunione con la natura in cui vivono le piccole comunità scandinave . E parlando de “Il sospetto”, per associazione di idee viene in mente un altro film poderoso incentrato sul potere distruttivo della calunnia e sul pregiudizio: “Il dubbio”, film indipendente del 2008 scritto e diretto da John Patrick Shanley con attori strepitosi del calibro di Maryl Streep e del compianto Philip Seymour Hoffman. L’ambientazione è completamente diversa: siamo al Bronx, new York, nel collegio della parrocchia di Saint Nicholas e tutto è imperniato sullo scontro di due forti personalità ovvero la rigida ed autoritaria superiora del collegio ed il nuovo parroco, innovatore e pieno di vita.  Anche se in questo film lo studio delle dinamiche della collettività sono molto meno presenti. Entrambi consigliati!