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lunedì 24 marzo 2014

La magia medievale di Fes

Foto di Elena Cerboncini
E’ vero, Marrakech è molto più conosciuta, ed anche molto più di tendenza. Vip e imprenditori già da alcuni anni ci si costruiscono eleganti villette mentre gli appassionati di golf si recano a Marrakech per i suoi esclusivi resort.
Ma l’atmosfera del Marocco misterioso, magico e fuori dal tempo si respira davvero a Fes.
E non è certo casuale  che la Medina di Fes sia Patrimonio Nazionale dell’Unesco.
 Con i suoi minareti, la sua concentrazione elevatissima di moschee e di madrase -ovvero scuole coraniche-, il Palazzo Reale e la più antica università del mondo islamico (fondata nel 859 da Fatima Al-Fihriya), Fes vanta un enorme patrimonio artistico celato dietro una patina di incuria.
Oggi è una città molto povera, ma in passato fu culla dell’alta borghesia marocchina, come testimonia lo splendore interno dei palazzi esternamente fatiscenti; nella cultura marocchina la ricchezza non va assolutamente ostentata bensì celata per evitare di attirare le invidie e soprattutto le maldicenze altrui. Parola d’ordine: evitare  il temutissimo malocchio!
Il turista che voglia avventurarsi in quel dedalo di viuzze che è la medina farebbe meglio a munirsi di una guida locale visto che le scritte e le indicazioni sono rigorosamente in arabo e perdersi è facilissimo. Colpiscono le bottegucce degli artigiani, ovvero delle stanze piccolissime, col pavimento sterrato, senza finestra, che si aprono direttamente sulla strada con una specie di serranda di legno. Sono buie e soffocanti; ci lavorano tessitori con primitivi telai, sarti ed artigiani del pellame (i produttori delle famose “maroquinerie”). Una curiosità: i pollivendoli vendono polli vivi, ammassati in gabbie poste sul terriccio, e l’acquirente dopo aver pagato esce dalla bottega portando i polli legati per le zampe, a testa in giù, mentre i poveretti starnazzano beccandosi a vicenda! Solo gli asinelli stracarichi di merci circolano in questo labirinto, anche perché la strettezza dei vicoletti non consentirebbe il passaggio ad altri mezzi di trasporto.
E arriviamo ad uno dei punti più caratteristici della medina: la Chouara, ovvero il quartiere delle concerie. La guida accompagna i turisti su per i fatiscenti palazzi dalla cima dei quali si possono ammirare i vasconi di pietra dove i  tanneurs, ovvero i conciatori di pelle, lavorano immersi fino al ginocchio dentro un liquame fetido (una miscela di calce, coloranti, estratto di corteccia di mimosa) conciando le pelli di capra, pecora e cammello alla maniera dei loro antenati. Sotto il sole cocente e per circa sette euro al giorno. Superfluo specificare che non beneficiano di mutua, pensione o altro…in Marocco non esiste un sistema pensionistico, i figli prendono in carico i genitori quando questi ultimi diventano troppo vecchi per lavorare.
Ai turisti viene fornito un mazzetto di menta fresca da premere contro il naso per tutta la durata della visita per riuscire a sopportare l’odore nauseabondo esalato dai vasconi.
Visitare la medina di Fes da quasi la sensazione di entrare dentro la macchina del tempo e fare un salto nel passato…forse nel medioevo!